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Adozioni


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¤ Adotta un bimbo ¤

"Durante la malattia, devo ammetterlo, ho pensato spesso e volentieri di essere la persona più sfortunata del mondo, e per questo mi vergogno di me stessa e mi considero cattiva ed egoista. Non ho pensato che ci sono persone nel mondo che, oltre alla malattia, devono combattere contro fame e povertà. Per questo ho deciso di regalarvi (anzi, regalarci) un'adozione a distanza. Spero di avervi fatti felici. Mi dispiace di non avere un regalo che possiate scartare, ma spero così di lasciarvi sorpresi".

Così scriveva Giulia Songini, una ragazza quindicenne del Liceo Augusto di Roma, ai suoi genitori nel Natale 2006, due mesi prima di morire per una crudele malattia. Avrebbe dovuto partecipare insieme a noi e ai suoi compagni, nell'aprile del 2007, al viaggio che le scuole romane hanno effettuato in Malawi insieme al sindaco Veltroni.

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Le Adozioni a Distanza del Gruppo Seconda Linea Missionaria consistono nel prendersi cura e provvedere alle necessità di un bambino orfano che vive nel Malawi.
Il primo obiettivo è quello dello studio. Non si vuole fare con le adozioni a distanza una facile elemosina, ma l'intento è quello di aiutare questi bambini ad acquisire la consapevolezza della loro dignità di esseri umani capaci in futuro di lavorare e contribuire alla crescita economica e politica del proprio paese. La qgrazie.jpguota che l'adottante versa al momento dell'adozione serve principalmente a garantire al bambino la possibilità di frequentare la scuola. A ciascuno viene donata una coperta ed ogni mese una certa somma in kwacha (la loro moneta), un pezzo di sapone e l'occorrente per la scuola (penne, quaderni...) e, quando si può, anche qualcosa da mangiare da portare a casa (riso o granoturco) a seconda della disponibilità della Missione.
Spesso questi bambini hanno altri fratelli: chi due, chi tre, chi molti di più. Vivono generalmente con la nonna, con una zia o con un altro parente. Non ci sono orfanotrofi in Malawi, la solidarietà familiare è molto forte e i bambini non vengono mai abbandonati, ma vengono sempre soccorsi dai parenti più prossimi, spesso così poveri che anche loro non hanno di che vivere.
La strategia scelta dai missionari è quella di far adottare un bambino orfano per ogni famiglia in modo che gli aiuti che arrivano all'adottato, possano contribuire, almeno in parte, anche alle necessità degli altri fratelli. Infatti i missionari, facendo rigorose economie, cercano di devolvere una piccolissima parte della retta annuale per il sostegno della famiglia dell'adottato, anche se con quella cifra non si può davvero fare molto... Sarebbe assurdo che un bambino adottato avesse di che nutrirsi e vestirsi mentre i suoi fratelli e parenti muoiono di fame!A colui che adotta un bambino viene data una scheda con la foto dell'orfano, il suo nome, l'anno di nascita, se è orfano solo di un genitore o di entrambi, con che vive, in quale villaggio abita, a quale religione appartiene ed, eventualmente, quale classe già frequenta.
Purtroppo è difficile stabilire un contatto costante tra il bambino e la famiglia che lo ha adottato perché le risorse umane sono scarse e non è pensabile che tre missionari e qualche volontario possano occuparsi di tenere in comunicazione 4000 bambini con le loro famiglie adottive. Ma l'adottato, attraverso l'opera dei missionari, si sente ugualmente amato e seguito e non si sente più tanto solo. Quando è possibile (ma anche questo non è sempre garantito) i suoi progressi scolastici sono verificati e alla fine dell'anno si cercano di inviare agli adottanti le pagelle dei propri "figli" lontani. In quest'ultimo anno, con l'aiuto di due volontarie di Bergamo, Betta e Chiara, l'ufficio adozioni di Balaka sta cercando di mettere a punto un sistema che consenta un aggiornamento più costante. Queste gli impegni principali che l'Ufficio, con i suoi collaboratori Felix, Margaret e Ethel intende prendere:







Dopo l'esperienza degli ultimi tre anni l'Associazione "Seconda linea Missionaria" ha deciso di non inviare, almeno per ora, containers in Malawi con i pacchi per i bambini in quanto il governo del Malawi ha imposto una tassa doganale molto alta (circa il 17% del valore), per cui nel caso di un container la spesa che i missionari devono affrontare è molto alta. Inoltre, con la stessa somma che si spende in Italia per comprare il materiale per il bambino e per partecipare alle spese di spedizione, in Malawi si possono acquistare alcune centinaia di Kg di granturco con il quale, nelle ormai sempre più frequenti carestie, il bambino e la sua famiglia possono sopravvivere. Ci sono poi bambini adottati molto piccoli che frequentano l'asilo intitolato a S. Monica, così chiamato perché è stata la comunità di S. Monica di Ostia, con il suo contributo, che ha reso possibile la sua costruzione. Questi bimbi frequentando l'asilo ricevono un pasto completo al giorno e imparano già a stare insieme e a comunicare tra loro.
L'Associazione Seconda Linea Missionaria ha già affidato più di 1500 orfani ad altrettante famiglie generose. Ma il numero di coloro che sono in attesa è di molto superiore ed è destinato, purtroppo, ad aumentare. Per questo l'Associazione rivolge continuamente appelli alle persone di buona volontà affinché generosamente adottino un bambino salvandolo dalla miseria e dall'ignoranza.
La retta annuale ammonta ad € 250 (anche dilazionabili), meno di 70 centesimi al giono.
Un aiuto che permette agli orfani di frequentare regolarmente la scuola e alle famiglie di contare su un sostegno quotidiano veramente importante.  

Per approfondire il senso del 'progetto adozioni' di Balaka leggi l'articolo di Chiara Carminati pubblicato su "L'Apostolo di Maria" del marzo 2006" - QUI
 

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¤ Adotta una Mamma ¤

L'Associazione "Seconda Linea Missionaria", dopo aver incontrato il dott. Carlo Spini, ha deciso di sostenere il progetto da lui elaborato per la prevenzione della trasmissione verticale del virus HIV dalla madre al neonato ed, in futuro, l'Associazione s'impegnerà a sostenere il progetto per il trattamento dell'AIDS in Malawi. Dal nome, Yankho, che la mamma ha voluto dare al primo bambino salvato, il programma si chiama:
YANKHO PROJECT


YANKHO project è un programma di controllo, di prevenzione della trasmissione verticale del virus HIV dalla madre al neonato ed in futuro del trattamento dell'AIDS in Malawi.
L'eccellenza delle prestazioni e le ridotte risorse economiche non hanno rappresentato un limite alla possibilità di diffondere la cura ad un vasto numero di persone.
Oggi Yankho project si dimostra un modello funzionante che deve affrontare la sfida della sua crescita. Si tratta di ampliare tutti gli aspetti del sistema: dall'addestramento del personale tecnico e medico a strutture adeguate, dalle possibilità diagnostiche ad una adeguata assistenza al parto, dal monitoraggio delle terapie alla valutazione dei risultati.mammaebimbo.jpg
Tutto ciò impone delle priorità legate a risorse economiche limitate. In questa fase è stata data precedenza alle donne in gravidanza ed in un settore strategico come quello formativo per medici ed infermieri.
In questo momento Yankho project è ormai attivo ed approvato dal Governo del Malawi, il progetto viene eseguito in 11 ospedali di cui tre governativi per un bacino di utenza di circa 2 milioni di persone. Sono stati trattati 50 bambini nati da madri HIV positive e dopo che il dott. Spini è ritornato in Malawi, nel giugno scorso, sono stati inclusi altri cinque ospedali del Nord del paese.


Le donne sieropositive in gravidanza ricevono le seguenti prestazioni:


a) Valutazione dello stato nutrizionale ed eventuale supplementazione.
b) Testing e counselling per l'infezione HIV.
c) Educazione sanitaria.
d) Diagnosi e cura delle infezioni opportunistiche.
e) Profilassi della trasmissione materno-infantile con farmaci retrovirali (nevrapina 200 mg., 1 compressa durante il travaglio e 1 compressa sempre alla mamma dopo 48 ore dal parto, nevripina sciroppo 2 mg. Prokilo al lattante dopo 48 ore dalla nascita, allattamento artificiale con latte in polvere).
f) Sostegno e monitoraggio per la salute e l'alimentazione del neonato.


Il dott. Carlo Spini è un medico di 59 anni, in pensione dall'Aprile 2002 e nel Luglio 2002 si è recato come volontario in Malawi nella missione di Balaka (sud Malawi), dove esistono un Comfort Health Centre ed un Ospedale governativo. Dopo pochi giorni si è scontrato con una realtà economica ed igienica sanitaria completamente diversa dalla nostra: povertà, malnutrizione, malattie. In Malawi la mortalità infantile è del 28%, la speranza di vita è 42 anni (in Italia rispettivamente 0,8% e 80 anni) e tutto questo è dovuto quasi esclusivamente alla enorme diffusione del virus HIV-AIDS.
Con l'aiuto economico della famiglia, dei parenti e della comunità della sua parrocchia nei primi giorni del Gennaio 2003 è ritornato nella Missione di Balaka con 9000 euro per ritornarvi ancora nel giugno scorso. Padre Mario Pacifici, responsabile della missione, lo ha sostenuto dal punto di vista logistico, mettendogli a disposizione per tre mesi un fuoristrada. Ha comprato test, farmaci, latte in polvere e così è finalmente iniziato il progetto che, all'inizio, coinvolgeva tre ospedali che in due mesi sono diventati undici, di cui tre governativi.


L'Associazione sostiene questa iniziativa e lancia lo slogan:
SALVIAMO LE MAMME DEL MALAWI
Si possono versare anche un solo Euro, dieci o cento...

l'importante è arrivare ai 230 Euro che servono per "adottare" una mamma.