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Buona giornata.

Balaka, 10 marzo 2005

Oggi, dieci Marzo, la cattedrale di Mangochi ha chiamato a raccolta tutta la sua comunità cristiana. Dopo tutta una notte di veglia, di canti a raccontare la tristezza e invocare speranza, sono stati i cristiani a radunarsi attorno alla bara di Mons. Luciano Nervi per dirgli di un amore e di una riconoscenza che volevano esprimere tutta assieme perché non ci sarebbero stati giorni a sufficienza.
In un mese e pochi giorni la comunità cristiana era cosciente di aver vissuto quello che normalmente richiede anni. La festa per il nuovo vescovo, i primi piani pastorali, la ventata di novità e di cambiamenti
da pagare a caro prezzo, le attese e la crescita... poi la sofferenza e il distacco. I tempi africani contati in stagioni, hanno vissuto la frenesia del tempo che non si poteva fermare. Mons. Luciano Nervi domenica 6 Marzo, di notte era stato ricoverato in ospedale. Dopo tutte le analisi lunedì sera gli veniva confermato che all'indomani avrebbe fatto ritorno a casa. Poi la notte ancora: poche ore sofferte fatte di allucinazioni, respiro difficile, il silenzio di un coma irreversibile e la corsa dell'ambulanza verso un altro ospedale ancora, che non poteva che redigere il certificato di morte per malaria celebrale.
E mentre la notizia si diffondeva rapidissima, la stagione troppo calda obbligava a un programma ancora senza soste. E mentre dall'Italia i parenti che l'avevano accompagnato il giorno di festa riprendevano un pellegrinaggio tristissimo, la comunità cristiana gli ha preparato l'ultimo saluto piangendolo come un figlio.
Se il giorno della festa aveva radunato soprattutto i cristiani della diocesi di Mangochi, il lutto del funerale ha visto la partecipazione di tutto il paese. Vescovi venuti anche dallo Zambia, preti a centinaia, comunità religiose al completo e cristiani a riempire tutti i viali adiacenti alla cattedrale. Monsignor Luciano Nervi adagiato nella bara rivestito da vescovo e con la sua mitria azzurra sul capo, non era più un missionario venuto da lontano e nemmeno un visitatore di passaggio: nella sofferenza era diventato africano.
Nella chiesa gremita all'impossibile la funzione religiosa è durata più di quattro ore. Erano presenti le autorità più alte dello stato come una marea di gente raccolta a piangere e pregare. Monsignor Alessandro Assolari ha presieduto la messa esequiale del suo successore; l'arcivescovo di Blantyre, Tarcisius Ziyaye, ha tenuto l'eulogia che ha dato senso a questo seme che caduto per terra stava già portando frutto, il vice presidente della repubblica del Malawi, Cassim Chilumpha, musulmano, ha sottolineato l'importanza di quanto stava succedendo e di una fede che superava barriere ed era capace di ricomporre il paese attorno a ideali di bontà e di giustizia.
Poi è venuta la lunga processione che ha portato Monsignor Luciano Nervi fino al cimitero ai piedi della collina di Chiusi, vicino al Saint Paul Seminary di Mangochi. E qui riposa per sempre il nostro padre missionario monfortano, giornalista e scrittore, viaggiatore instancabile, costruttore di decine e decine di scuole e chiese. Nella frenesia di questi avvenimenti e al suo appuntamento con l'Africa, non è arrivato in ritardo.
Ai parenti che hanno scelto di lasciare che il loro fratello restasse per sempre in Africa, c'é poi tutta la riconoscenza di una comunità povera, abituata alla fame e alla malattia, ma consapevole di non essere più orfana. I giorni spesi da Mons. Luciano Nervi da vescovo sono stati solo trentotto. Ma da questa sera ricomincia il conto all'infinito, africano per sempre.
A quanti hanno sostenuto la sua missione, a benefattori e amici, a gruppi missionari e onlus che lo hanno accompagnato in tanti anni di missione e nei mille progetti da iniziare rimane la certezza di essere stati parte di una storia bella e da continuare a raccontare.

E la diocesi di Mangochi? Da domani si raduna il consiglio dei consultori, i sette più stretti collaboratori del vescovo per la pastorale diocesana. Hanno otto giorni per scegliere un amministratore
diocesano che porti avanti l'impegno che Monsignor Luciano Nervi aveva con loro delineato. E resterà il carica fino alla scelta di un nuovo vescovo, quando ancora ci raduneremo in un grande prato per pregare lo Spirito Santo a ridare forza alla sua chiesa. Ma questa è una storia ancora da raccontare. Per oggi la congregazione dei missionari monfortani ringrazia il Signore di averci dato un fratello vescovo degno di San Luigi da Montfort e missionario come lui.
 

P. Piergiorgio Gamba

 

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Le foto della Messa funebre (cliccare sull'immagine per ingrandirla)


1. Mons. Assolari a presiedere la messa funebre
2. I parenti di P. Luciano
3. L'arcivescovo tarcisius Ziyaye
4. il pianto di tutta una comunità
5. la bara adagiata nella cattedrale di Mangochi