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Buona giornata.

Resoconto dell'attività missionaria dall'1-1 al 31-12-2004


Resoconto globale attività 2004

Indice delle pagine del Notiziario di Ottobre 2004 :

E ora insegniamo loro a pescare...

L'Associazione "Seconda Linea Missionaria" sin dal 1972, quando ha iniziato i rapporti con il Malawi, ha avuto come scopo principale quello di aiutare la popolazione di quel paese per avviarla verso un certo progresso economico e sociale.
Il Malawi è un paese molto povero, ma lo era ancora di più quando nel 1981 mi recai là per la prima volta. E' stato quello il periodo dei nostri finanziamenti per la costruzione di pozzi (il più vicino a volte distava da un villaggio quattro o cinque chilometri), di dispensari, di casette per i malati di lebbra, di invio di vestiti e medicinali, ecc... Ora, a me pare che le iniziative per il Malawi debbano essere un po' rivedute. Tra gli aiuti ricevuti dall'estero e quel poco che il Governo è riuscito a fare, un po' di progresso tra la popolazione del Malawi si comincia a vedere. Certo, esistono ancora i periodi di carestia in cui la popolazione soffre veramente la fame. Di poveri ce ne sono ancora tantissimi L'economia è, ovviamente, quella dei paesi poveri e basta una stagione di siccità o di forti piogge perché non ci sia un raccolto soddisfacente; ed allora è la fame!
Oggi credo che sia il momento per il Malawi in cui, come dice un proverbio cinese, bisognerà"non dare il pesce ma insegnarglielo a pescare". In varie zone della diocesi di Mangochi, ormai da anni, gli sforzi maggiori li stiamo indirizzando, in buona parte, verso la costruzione di aule scolastiche. Ne abbiamo costruite a Mangochi, a Utale, a Kankao, a Balaka ed in tanti altri villaggi. Nei centri più importanti di scuole primarie ve ne sono ma non in quelli minori. E' il caso di Matola, dove dovrebbe nascere, entro uno o due anni, un complesso scolastico per la scuola primaria, comprensivo di otto aule, ufficio e case per gli insegnanti, di cui abbiamo fornito il progetto per il Cooordinamento giovanile "Ostia per l'Africa". Altre notizie dal Malawi? Ne avrei tante ma lo spazio è poco. I Missionari continuano a ringraziare tutti ed a pregare per tutti. Ed alcuni di loro promettono di venirci a trovare quando verranno in vacanza in Italia.
Un caro e fraterno saluto a tutti e.... grazie anche da parte mia per il bene che ci permettete di fare.

Giuseppe Aragona
Presidente dell Associazione "Seconda Linea Missionaria"

 

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Il dott. Carlo Spini ci dice...

Il Vangelo di Luca al capitolo 17,5-10 si apre con la preghiera degli apostoli a Gesù "Aumenta la nostra fede". E' forse la preghiera che tutti noi dovremmo fare in questi tempi e soprattutto io che lavoro come volontario medico in Malawi nei distretti di Balaka - Mangochi - Machinga con i malati di HIV-AIDS.
Ci sentiremmo dire da Gesù: " Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe".
Non c'è bisogno di una gran fede, sembra dire Gesù: basta una fede piccola, ma che sia fede, ossia fede in Dio più che in qualsiasi altra cosa (carriera, denaro, partito, clan, se stessi).
Ed io devo avere tanta fiducia in Dio perché tra donne, donne in gravidanza, donne che hanno partorito, orfani, uomini e tre intere famiglie in trattamento con farmaci antiretrovirali le persone in cura sono poco più di 300; fiducia che continuerà ad essere supportata dalle preghiere e dagli aiuti economici perché senza questi sarà impossibile non solo ampliare il numero ma anche continuare la terapia ed io dovrò toglier la speranza di vita che è come "giustiziarli".
Ed io ho tanta fiducia in Dio quando vedo la felicità nei loro occhi e loro nei miei quando, dopo pochi giorni dall'inizio del trattamento, avvertono che le forze ritornano, la tosse si riduce, la febbre e la diarrea scompaiono, ma è veramente difficile sentire accanto a me Dio quando provo il dolore e la mortificazione nel dover dire NO ad altri.
Di questa fede ne basta un "granellino"; essa è capace di smuovere le montagne.
La verifica è indicata nella frase finale del brano evangelico "Quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili: abbiamo fatto quello che dovevamo fare".
Siamo chiamati a fare il nostro dovere fino in fondo ed al termine dire:" siamo servi inutili".
Per noi abituati a rivendicare meriti e riconoscimenti, queste parole suonano davvero strane. Eppure anche in esse può fondarsi la fiducia di un nuovo futuro per noi, per il Malawi, per l'Africa, per il Mondo, perché noi dobbiamo fare il possibile e solo Dio è il padrone dell'impossibile.

Dott. Carlo Spini
Medico volontario in Malawi

 

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In Malawi ora occorre difendersi dalla cattiva politica
di Piergiorgio Gamba

Malawi: La povertà della politica

C'era una volta, accampata sulle sponde di un lago lungo oltre seicento chilometri un'accozzaglia di tribù dalle origini più disparate e spesso in guerra tra di loro. C'era una volta sugli altipiani dove oggi sorge Lilongwe, la capitale dell'attuale Malawi, il grandissimo clan degli Achewa che, provenendo dalle foreste equatoriali del Congo aveva occupato le terre più fertili del paese e finiva spesso sotto il giogo della tratta degli schiavi...
C'era una volta un vastissimo insediamento di intere popolazioni: gli Angoni, mandriani e guerrieri, provenienti dal sud dell'Africa, gli Alomwe fuggiti alla feroce dominazione portoghese in Mozambico, gli Asena, gli Ayao... e tutti si erano insediati sulle alture di Blantyre e nei distretti di Thyolo e Chiradzulu, diventando salariati nelle piantagioni di thé e tabacco, contadini senza terra e alla mercé della bontà o meno della stagione delle piogge.
La Pax Britannica assieme al potere coloniale aveva nel 1891 creato un nuovo paese chiamato Nyasaland. Le sue terre erano state meta delle esplorazioni di David Livingstone e di ondate successive di evangelizzatori che dal Sud Africa avevano importato tutte le confessioni protestanti e la grande presenza della chiesa Anglicana. I Cattolici vi erano poi arrivati per ultimi, nel 1901.
La storia politica del Malawi: la dominazione coloniale, la formazione della federazione che nel 1953 univa il Nyasaland al'attuale Zimbabwe e Zambia, fino all'indipendenza raggiunta nel 1964 e sfociata poi nei lunghissimi trent'anni di dittatura sotto H. Kamuzu Banda, è ancora storia attuale.
Gli eventi, le oppressioni e la cultura hanno modellato la gente del Malawi in un crogiuolo da cui sembrano incapaci a uscirne. Soprattutto la povertà, la mancanza di certezze che permettano delle progettazioni a lunga distanza, obbligano a vivere alla giornata. Un esempio per tutti: il Malawi, con la più alta densità tra i paesi a sud del Sahara, stà diventando lentamente un deserto, gli alberi vengono sistematicamente tagliati perchè rappresentano la sola fonte di energia disponibile, ma difficilmente vengono ripiantati. "Chi può garantire il mio domani?" si domanda spesso la gente demotivata.
C'era una volta, e come raccontano le storie tristi, c'è ancora nel cuore della gente l'eco degli schiavisti, la frusta dei coloni e le prigioni del presidente africano che dava in pasto ai coccodrilli gli oppositori al regime.
C'è ancora, e non andrà mai via, il senso di paura e di sottomissione e accettazione passiva, fino a quando ci sarà lo spazio e il coraggio di un tribunale di "Verità e Riconciliazione", come è stato per il Sud Africa del dopo Apartheid o come si tenta di fare per il genocidio del Rwanda.

E questa lunghissima introduzione è una chiave di lettura anche per capire le elezioni politiche che il Malawi "ha subito" il 20 Maggio2004.
 


La politica: un nemico da cui difendersi

Nel calendario del Malawi si allungano le feste che celebrano la liberazione. Prima, con John Chilembwe, un conato di liberazione da un potere che portava il Malawi alla prima guerra mondiale, poi la liberazione dal potere coloniale, poi ancora il 14 giugno il Freedom Day , la festa
della liberazione dalla dittatura e il ritorno alla democrazia. Presto si dovrà inventare una giornata per celebrare la liberazione dalla democrazia, almeno dal sistema attuale in cui viene imposta.
La democrazia per una stagione aveva visitato il Malawi nel 1964, quando alcuni partiti si erano contesi il voto di pochi cittadini coraggiosi che si erano recati alle urne. Il Malawi Congress Party aveva vinto tutto e, nel 1971, H. Kamuzu Banda era stato nominato presidente a vita e l'MCP
partito unico. Le elezioni erano continuate a scadenze precise e su lista unica così come la censura assoluta e la totale mancanza di libertà di espressione erano diventati un modello di vita. Solo nel 1993, dopo trenta lunghi anni il multipartitismo era riapparso nel paese. Una lettera pastorale dei
vescovi cattolici era stata l'inizio del cambio politico. Improvvisamente erano nati più di venti quotidiani in un paese che ne aveva solo uno totalmente controllato dal regime. Le stazioni
radio, i comizi e le manifestazioni politiche erano la festa del Malawi.

Al potere era arrivato l'United Democratic Front (UDF), guidato da Bakili Muluzi, un musulmano cresciuto nelle scuole cattoliche e un commerciante cheera stato capace di sganciarsi dalla dittatura molti anni prima delle atrocità, che erano culminate nell'uccisione di ministri e parlamentari.
Diverse iniziative avevano convinto la popolazione che la democrazia era la strada giusta.
Nel giro di pochi anni erano stati messi in cantiere progetti molto significativi: Poverty Alleviation, Free Education, Local Government Administration e tanti piccoli e grandi programmi di sviluppo. Su tutti poi prevaleva la grande libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani.

La svolta negativa era però avvenuta nel 2002 quando Bakili Muluzi, già rieletto non senza brogli elettorali nel 1999 per un secondo mandato, non si e' fermato nemmeno davanti ai dettami della costituzione del Malawi che limita a due mandati la presidenza del paese. Aveva comperato tutti,
compresa l'opposizione, per raggiungere i due terzi dei 193 parlamentari del Malawi e riscrivere la costituzione. E i soldi non erano mancati. Il grande fratello, colonnello Gheddafi aveva riversato nelle tasche del presidente tutto quanto gli serviva. Un'intera catena di stazioni di benzina, Petroda,
aveva coperto tutto il territorio nazionale nel nome del libero mercato. E poi soldi, davvero tanti. Dovevano servire all'islamizzazione del paese, e venivano usati per la Bakilizzazione della politica. Un voto veniva pagato anche 40 mila euro.
Alla fine però i conti non erano tornati e per soli tre voti il tentativo di egemonia era stato ributtato a mare. La corruzione che nei primi anni di democrazia sembrava sotto controllo, in modo particolare con l'istituzione dell'Anti-Corruption Bureau, prendeva sempre più piede nel paese, culminando nello "scandalo del grano". Ilgoverno aveva svenduto ai fedelissimi del partito UDF le scorte di
sicurezza delgrano, poi rivenduto a prezzi altissimi in un anno di siccità e di raccolto andato a male. Alcune organizzazioni internazionali avevano accusato il presidente di tentato genocidio. Bakili Muluzi, che dieci anni prima, all'inizio della carriera politica, si vedeva ritornare dalla banca tutti i cheques che firmava perché non coperti, ora possiede il paese. Da quando in particolare ha imparato
a servirsi direttamente dalle casse dello stato, e' diventato uno dei presidenti più ricchi dell'Africa. Possiede azioni in tutte le compagnie che sono presenti nel paese; si è comperata la squadra di calcio dei BakiliBullets che è diventata più famosa della nazionale; ha costruito uffici in cui ha sistemato la Malawi Revenue Authority, l'ufficio governativo delle tasse, che deve pagargli
anticipatamente un affitto altissimo; ha privatizzato, spesso svendendo, quasi tutte le compagnie statali, in questo sostenuto anche dal Fondo MonetarioInternazionale, che nei paesi africani tanto da, quanto prende con gli interessi...
 


Elezioni 2004: la grande svendita

A seguito di un tale malgoverno, la politica in Malawi, é diventata il rifugio di avventurieri e il suo modello risponde alla domanda "Quanti soldi vali?". Cinque sono stati i candidati alle elezioni politiche e presidenziale:Bingu Wa Mutharika: il candidato del partito di governo UDF, John Tembo (Malawi Congress Party - MCP), Justin Malewezi (INDEPENDENT),
Brown Mpinganjira (National Democratic Alliance - NDA, Gwanda Chakuamba (COALITION - MGWIRIZANO).
La campagna elettorale, nei rapporti degli osservatori della Comunità Europea, è stata manipolata dall'inizio alla fine. Da solo, trascinandosi dietro il suo candidato, Bingu wa Mutharika, Bakili Muluzi ha organizzato una campagna degna di un politico esperto nel condizionare la gente. Ha distribuito personalmente soldi a tutti, dai bambini della scuola ai capi villaggio, ha promesso all'esercito e alla polizia un passaggio di grado, ha usato e abusato i capi villaggio tradizionali per comperarsi il voto della gente di villaggio. A sua disposizione ha avuto tutta la struttura dello stato e
i mezzi di comunicazione nazionali.

La Commissione Elettorale, presieduta dal giudice James Kalaile si è mostrata totalmente incapace di gestire il compito affidatole e ha dovuto cambiare anche la data stessa delle elezioni. Dai loro calcoli circa sette milioni di persone avrebbero dovuto recarsi alle urne. Un conto successivo, quando le schede elettorali erano già state stampate in Inghilterra, il numero e' sceso a cinque milioni. Infine chi ha votato sono stati tre milioni di Malawaiani, spesso confusi e indecisi. Per conoscere i risultati ci sono volute giornate intere di attesa creando una grave tensione, che è poi sfociata nella sparatoria in cui la polizia di stato nella città di Blantyre ha ucciso sei persone, tra cui
Epiphania, una bambina di dieci anni.
Caratteristica particolare di queste elezioni è stata la presenza dei preti del Malawi, cattolici, anglicani e protestanti a farsi carico del mantello del Buon Pastore e del dono profetico della denuncia a difesa della giustizia.
Entrambi i Sinodi della Chiesa Presbiteriana e le diocesi anglicane del Malawi hanno prese le distanze prima da Bakili Muluzi, mentre per la chiesa cattolica è la gente stessa a iniziare novene di preghiera e a radunarsi attorno a centinaia di incontri promossi dalla commissione per la Giustizia e Pace. L'emittente Cattolica, Radio Maria del Malawi, ha dimostrando una vivacità inaspettata ed è
diventata un segnale importante di riflessione. I vari programmi di coscientizzazione e lettura dei segni dei tempi fanno onore a una chiesa che da cento anni è al servizio del Malawi e prende sempre più coscienza della propria missione.



Il voto dei poveri

Mentre tutte le grandi città del Malawi hanno votato per un cambio politico, sono stati i villaggi e la gente piu' semplice a ridare consistenza al partito di governo. Pur accettando come veritieri i risultati presentati dalla Commissione Elettorale, il nuovo presidente si trova a dover fare scelte
importanti, cosi' come il paese deve ripensare la democrazia che ha scelto.
Le elezioni parlamentari oltre a registrare un grandissimo calo nella partecipazione alla politica hanno sottolineato come la gente ha richiesto un cambio politico che non si e' concretizzato. L'UDF, il partito della presidenza ha perso il 47.3 per cento dei suoi parlamentari mentre l'Aford con cui
si èpresentato alle elezioni ha perso il 79.3 per cento. Il voto ha invece premiato i nuovi partiti della coalizione che assieme hanno ottenuto 34 seggi e in modo particolare i 39 parlamentari che si sono presentati come indipendenti perchè il partito aveva preferito a loro altri candidati. La loro vittoria mostra chiaramente come la politica del partito di governo abbia perso il contatto con la realtà del paese. L'opposizione ha ottenuto la maggioranza dei seggi e da solo l'MCP, il partito di John Tembo ha 50 parlamentari e praticamente tutto il centro del paese.
Le elezioni presidenziali del Malawi hanno dato la vittoria a Bingu wa Mutharika, ma hanno anche creato dei problemi difficili da risolvere. Il primo è un problema di rappresentatività. A livello regionale ha ottenuto il 53% dei voti nel sud, il 23% nel centro e il 16% dei voti del nord. Praticamente il 65% dei votanti ha detto di no all'attuale presidente, creando di fatto una situazione in cui la minoranza è alla guida del paese. Il presidente non potrà rifarsi al titolo di "padre della nazione" se non coscente di dover adottare troppi figli che non lo hanno scelto e non gli appartengono. La situazione che si e' venuta a creare di un presidente poco rappresentativo e di un parlamento di estrema minoranza e' all'origine di tutte le mosse politiche che hanno interessato il periodo post-elettorale. La mancanza di distinzioni e chiarezze nella costituzione del Malawi, ha lasciato campo libero a coalizioni e alleanze. Prima ancora che si aprisse una vera e propria campagna acquisti, il leader della coalizione, Gwanda Chakwamba, con tutto il suo partito (RP) e' confluito nel UDF, il partito del presidente. Cosi' e' stato per altri partiti piu' piccoli e cosi' e' stato per un gran numero di candidati indipendenti. Senza un minimo di ritegno verso gli elettori, anche chi piu' si era esposto a criticare il governo, ora ne fa parte. Certamente pagati a caro prezzo, questi partiti e parlamentari in continua emigrazione creano una distanza ulteriore con gli elettori, prima imbrogliati e ora traditi.
Alla festa dell'inaugurazione del nuovo presidente, davanti a tanti capi di stato dei paesi del sud dell'Africa, Bakili Muluzi non poteva nascondersi la rabbia di trovarsi davanti uno stadio semivuoto. La gente tentava in questo modo di dire il suo disappunto per tutto quanto era successo
dall'inizio della campagna elettorale fino alla presentazione di un nuovo presidente troppo legato al passato.
Ancora una volta è prevalso il silenzio e la passività. Il bene comune è stato totalmente sacrificato a interessi privati e la democrazia esperimenta la difficoltà di sopravvivere. I nuovi parlamentari, subito dopo il giuramento sulla costituzione, hanno studiato come triplicare i loro salari e gli indipendenti sanno di essere diventati molto importanti.
Il nuovo presidente del Malawi, Bingu wa Mutharika, per ora è il presidente dei grandi proclami e delle grandi promesse. Ha chiesto un incontro con tutti i leaders religiosi che hanno ripetuto la loro intransigenza verso un sistema politico corrotto e inaccettabile. Ha incontrato tutti i capi villaggio che si aspettano molti aiuti, come erano stati abituati dal governo precedente. Nel discorso inaugurale ha scelto di portare la sua residenza a Lilongwe, la capitale del paese e a comporre un governo con meno di venti ministri (in precedenza erano 46), lotta totale alla corruzione e tante promesse di piani di sviluppo.
La presa di distanze con la presidenza di Bakili Muluzi deve diventare visibile e in tempi stretti. L'altissima incidenza dell'HIV/AIDS sulla popolazione, lo scadimento del sistema scolastico, il parassitismo del sistema sociale sono solo alcuni dei mali di cui soffre il paese. I paesi donatori e il
Fondo Monetario Internazionale promettono gli aiuti se un cambio diventerà realtà. I 2.9 billioni di dollari di debito accumulati dal governo precedente hanno distrutto l'economia del paese e il Malawi non potrà che accettare tutto quanto gli venga offerto come rimedio. La loro voce, piu' che quella dei poveri potrebbe convincere che un'inversione di marcia e' necessario.

(tratto da "Quaderni Radicali", Anno 27 N. 87 settembre/ottobre 2004)

 

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Carissimi amici e benefattori,
Vi spero tutti bene. Io sto bene, nonostante i tanti impegni.
Qui da noi in questo periodo la stagione è critica perché si avvicina il tempo della fame. Vi allego, in calce a questa lettera, un articolo apparso sul Daily Times del 29 giugno 2004 che ben descrive questa realtà.
In questo articolo si fa riferimento a un progetto governativo in una zona non della diocesi di Mangochi, ma di quella di Lilongwe; comunque il problema è diffuso e generalizzabile in tutto il Malawi e chi ha asili, scuole, orfani , centri di malnutrizione, centri per riabilitazione per ammalati di AIDS oppure sieropositivi, seminari, ospedali, cronicari lebbrosari... da gestire e da fare vivere, ha di che darsi da fare per pensare alle provviste da comperare adesso per i prossimi, critici mesi!
Comunque noi facciamo semplicemente quel poco che possiamo... e quello che la Divina Provvidenza ci permetterà di fare. Come diceva la Beata Madre Teresa di Calcutta noi siamo come una matita nelle mani di Dio e quello che facciamo è come una goccia nell'oceano ma senza quella goccia l'oceano sarebbe ancora più vasto!!!

Monsignor Joseph Kimu
St. John the Baptist Major Seminary
Mangochi Diocese
P.O. Box 406
MANGOCHI
Malawi (C. Africa)

 

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In Malawi più di un milione di bambini al di sotto dei 5 anni di età è malnutrito
di Zainah Liwanda
(dal Daily Times del 29 giugno 2004)


In Malawi più di un milione di bambini al di sotto dei 5 anni di età sono malnutriti. Questo è quanto ha affermatoTheresa Banda, vicedirettrice dei Servizi medici-clinici e responsabile dell'alimentazione all'interno del Ministero della Sanità. Ha sostenuto questo lo scorso venerdì, a Lilongwe, nel corso di un Seminario di Studio organizzato dalla commissione ad hoc [CTC], con lo scopo di fare conoscere e sensibilizzare l'opinione pubblica su questo grave problema e su questa attuale e preoccupante realtà del Malawi. La riunione si è svolta a Lilongwe presso l'Institute of Management. Nello studio si è evidenziato che 1.011.511 di bambini è affetto da grave e acuta sindrome di malnutrizione. Nel paese, il Malawi, ci sono circa 2.023.000 di bambini al di sotto dei 5 anni di età e costituiscono il 17 per cento della Popolazione Nazionale.
farina3.jpg"La Malnutrizione è veramente un grosso problema in Malawi ed una è tra le prime 10 cause di mortalità infantile" ha affermato Theresa Banda. L' emergenza malnutrizione normalmente è più grave e problematica nei mesi che vanno da Dicembre e Marzo, quando le famiglie sono molto occupate a lavorare nei campi per la preparazione del terreno per la semina. Durante questa stagione è molto difficile per le mamme riuscire ad andare al Centro di Riabilitazione e di Malnutrizione. Quando vanno a questi centri per il programma di Riabilitazione dei bambini colpiti da denutrizione è previsto che le mamme debbano rimanerci per 30 giorni affinché possano seguire e prendersi cura dei loro bimbi affetti. La signora T. Banda ha detto che persone sparse in ogni parte del mondo e sensibili a questa grave situazione, nonché le Organizzazioni Internazionali, grazie ai fondi dell' Ufficio di Aiuto della Commissione Umanitaria Europea , in collaborazione con il Ministero della Sanità, stanno portando avanti,a livello Comunità di Base, un Programma di Nutrizione. Questo Progetto si sta realizzando nella zona di Dowa e Nkhota-Kota per cercare di aiutare a frenare questo endemico problema.
Vincent Langdon, vicedirettore nazionale in Malawi (of concern worldwide ) una delle persone preoccupate ed interessate a questo problema a livello mondiale, ha affermato che questo Progetto è effettivamente impegnativo e costoso. Per le mamme è oneroso in quanto, essendo molto occupate in altri impegni domestici, non possono contemporaneamente pensare a provvedere al trasporto all'ospedale dei loro bambini malnutriti. Ha inoltre riferito che a Nambuma in Dowa è stato fondata e istituita un'unità di produzione di uno speciale prodotto alimentare specifico per bambini denutriti. Questo alimento, una speciale farina, è conosciuta con il nome di "plumpy nut", viene prodotta localmente in Malawi e distribuita gratuitamente alle mamme interessate e coinvolte in questo programma.

 

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Dal nostro gruppo de L'Aquila. Ilario scrive.

Pensieri ad alta voce.

E' domenica 23 agosto, assisto alla messa che padre Mario Pacifici celebra nella bellissima e, come sempre, gremita chiesa di Balaka. La partecipazione alla messa è qui molto sentita ed è anche occasione di ritrovo e di incontro (un po' come succedeva da noi molti anni fa), alla fine della stessa molte persone restano a parlare fuori della chiesa che così diventa anche il luogo dove fare nuove conoscenze e sapere le novità della città. Va da sé che tutti si presentano con l'abito "buono", donne, uomini e bambini indistintamente ed è su questo punto che voglio soffermarmi. Ormai questo è il quarto anno che vengo a Balaka e se ritorno indietro con la mente a quattro anni fa non posso che constatare il sensibile miglioramento di cui questa zona del Malawi ha beneficiato. Quattro anni fa le persone in chiesa erano quasi tutte scalze, poche erano vestite in modo accettabile e dopo un quarto d'ora dall'inizio della celebrazione l'aria diventava irrespirabile. Oggi mi accorgo che le cose sono cambiate. Pochissime le persone senza scarpe e vestite male, inoltre alla fine della messa nessun cattivo odore impregna i miei vestiti. Mi domando se le stesse considerazioni possono essere fatte più in generale o se sto solo pensando alla punta di un iceberg.
In effetti non è così, i miglioramenti sono generali, il tenore di vita medio a Balaka è veramente migliorato.
In questi quattro anni a Balaka sono sorte scuole, strutture sanitarie, attività commerciali e la cooperativa "Andiamo" gestita da padre Mario Pacifici che contava 250 dipendenti adesso ne conta 550. Questi sono segnali importanti.
Ancora, se prima a Balaka c'erano 2 cantieri aperti adesso se ne contano 30, se prima in giro si vedeva una sola auto adesso se ne vedono dieci, se prima circolavano dieci bici adesso ne circolano 100, se prima poche case erano illuminate la sera adesso ne solo molte di più, se prima pochi avevano l'allaccio dell'acqua in casa, adesso il numero degli allacci è di molto cresciuto, comunque il numero di pozzi presenti in città è elevatissimo.
Mi domando: in tutto questo qual è e qual è stato il ruolo della nostra e delle altre associazioni presenti a Balaka?
Credo un ruolo fondamentale. Le strutture sorte sono state infatti finanziate per la quasi totalità da associazioni italiane (la nostra, Africa 3000 ed adesso anche dalla comunità di S. Egidio che da quest'anno è diventata o.n.g. in Malawi).
Vedere che i soldi arrivati dall'Italia hanno prodotto un risultato finale è fonte di grande gioia e di soddisfazione in un mondo che, a volte, ci fa diffidare su tutto (missione Arcobaleno insegna). Il merito di tutto questo è ovviamente da attribuire a tutti i missionari e missionarie presenti a Balaka che ogni giorno tra mille difficoltà continuano a lottare per vedere realizzati tutti i progetti.
E per quello che ho visto io non è un lavoro da poco.
Ma il merito è anche di tutte quelle persone che si sono fidate della nostra e delle altre associazioni che operano a Balaka, donando i loro soldi senza mai dubitare sul loro utilizzo.
Invero queste considerazioni si riferiscono ad una limitata zona del Malawi (la città di Balaka), infatti non si può non constatare che appena ci si allontana un po' dal centro urbano e si entra nelle zone più remote dei villaggi, le cose cambiano radicalmente.
La mia sensazione è quella di vivere in tre mondi diversi: il primo, il nostro, fatto di sprechi e confort di ogni tipo, il secondo quello visto a Balaka, il terzo, il più terribile, quello manifestatosi nei luoghi più interni dei villaggi.
Ma di questo dirò un'altra volta.

Ilario

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Adozioni News

Siamo ormai prossimi al traguardo delle 1500 adozioni e con molta fiducia nella Provvidenza che opera attraverso il vostro cuore rilanciamo l'impegno per raggiungere le 2000.
La gestione di un numero così alto di adozioni è diventata molto impegnativa per cui chiediamo a tutti di scusarci se non sempre siamo in grado di soddisfare le vostre legittime richieste di notizie dei bambini. Come sempre dobbiamo ricordarci che i missionari e i loro collaboratori in Malawi operano in un ambiente difficile, dove tutto presenta difficoltà notevoli.
Recentemente abbiamo inviato alcune foto della consegna delle biciclette avvenuta all'inizio di quest'anno. Abbiamo anche inviato il certificato di fine adozione per 20 adottati che per vari motivi non frequentano più la scuola. Tra poco invieremo altre foto della consegna dei pacchi. Purtroppo tutto questo materiale arriva con notevole ritardo e spesso notiamo che la data stampata sulle foto non è aggiornata. Ci garantisce P.Gamba che le foto sono attuali ma che purtroppo chi le fa ogni tanto non riesce a inserire la data corretta o modifica quella reale. Pazienza!
Chiediamo a tutti di aiutarci a lavorare meglio comunicandoci le variazioni di indirizzo e, cosa molto importante, di avvisarci se non intendete più mantenere la vostra adozione. Potremo così affidarla a un'altra persona evitando che il bambino resti senza aiuto. Grazie di tutto.

Piero Rolleri
 

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loghino.jpgL'Associazione "Seconda Linea Missionaria" - Onlus aderisce al Progetto "Ostia per l'Africa" il cui coordinamento giovanile si è costituito in "Associazione" di cui è presidente don Franco De Donno. Il progetto prevede la realizzazione di una scuola primaria nel villaggio di Matola, nella zona di Balaka e le iniziative che saranno promosse dal coordinamento giovanile "Ostia per l'Africa" sono tutte destinate a reperire i 125 mila euro necessari per la realizzazione del progetto di cui l'Associazione "Seconda Linea Missionaria" è referente. Il progetto è patrocinato dal Comune di Roma e, si spera possa contribuire, così come da statuto, a sensibilizzare la realtà studentesca e giovanile del Territorio lidense in modo da avvicinarla al continente africano, tanto ricco di valori, di cultura e di risorse umane, ma tanto abbandonato a se stesso.
Le iniziative, le finalità e tutto quanto concerne il progetto può essere consultato in rete al sito www.ostiaperlafrica.it

per DONAZIONI: c/c postale n° 55306849
intestato a: ASLM-ONLUS OSTIA PER L'AFRICA
P.ZZA S.MONICA 1 00121 ROMA